Il modo estraneo a consuetudini e convenzioni di interpretare la contemporaneità sempre sfoggiato da
Zaha Hadid nelle sue creazioni rappresenta
il lascito di questa artista che troppo presto ha lasciato il nostro mondo.
Certo, il suo stile poteva non piacere a tutti, ma non si può mettere in discussione la
forte carica di personalità di cui ogni suo progetto è intriso, come evidente nel suo "
testamento artistico", la
Shopping Mall di CityLife.
In questo
nuovo quartiere di Milano sorto sulle ceneri dell'
ex area Fiera trovano spazio in totale sinergia
disegni e opere anche di altri architetti e forse la struttura dell'anglo-irachena, in questo gioco di incastri, è quella che possiede più magia di tutte sia a guardarla dall'alto che esplorandola negli interni.
È l'ultimo sguardo gettato sulla più attuale
filosofia del vivere, complessa come il genere umano che
accetta il progresso e ne mette in mostra le espressioni e le contraddizioni non solo intellettuali, ma anche
tecnologiche.
Questo
Mall include di tutto: un cinema con 7 sale, un'area commerciale, una dedicata alla ristorazione, spazio per il parcheggio di 5.000 auto: un architetto qualsiasi avrebbe disegnato qualcosa di
aggressivo oppure di "sterile", come un enorme cubo in cemento,
Hadid invece ha giocato con gli
incastri e con le
sottrazioni come sua consuetudine per nascondere i supporti tecnici in una
struttura a due piani che è di certo avveniristica ed enorme, ma raccolta su sé stessa e con
giochi di intrecci che ne fanno un paesaggio di
curve emozionanti, dove nulla è fine a sé stesso.
L'
acciaio viene ingentilito dalle
linee curve, il gioco lamellare in
bambù all'interno è un delizioso dettaglio di armonia per il soffitto, tutto è in posizione strategica per ricordarci come e perché questo geniale architetto, venuta a mancare davvero troppo presto, non sarà mai abbastanza rimpianta.
Bellezza e magia compongono quest'ultima sua opera, in cui anche ciò che non si vede è
parte integrante del progetto.